Immaginate di giocare a ping-pong su un tavolo fatto in casa, le cui tavole non sono state fatte da un unico pezzo, bensì assemblate insieme e adattate. Con il passare del tempo e a forza di giocarci in giardino, la superficie in legno si è modificata, deformata e piegato, senza per questo impedire di giocare e divertirsi, ma i rimbalzi della pallina rimangono abbastanza imprevedibili!
Giocare su un tavolo di questo tipo magari non permette di sviluppare una tecnica di gioco sopraffina, però abitua senz’altro a sviluppare i riflessi per rimandare la palla nel campo avversario.
Quando ti aspetti un rimbalzo irregolare, ti metti meglio di fronte al tavolo e sviluppi riflessi per reagire all’ultimo momento in base al rimbalzo, andando a salvare ogni palla.
Occorre posizionarsi di fronte al tavolo, ben bilanciato sulle due gambe, ed essere reattivo. Non c’è niente di peggio che partire a destra, anticipando la direzione della palla successiva, e di essere colti alla sprovvista da una palla sulla sinistra. Se si riesce a mantenere un posizionamento equilibrato e spostarsi a destra o a sinistra all’ultimo momento, ci sono più probabilità di colpire la palla, spendendo meno energia saltando in giro.
Non è forse questa una forma di agilità? La tecnica di gioco potrebbe non essere perfetta e sofisticata, ma se si riesce a rispondere in modo efficiente, servendo i clienti senza impazzire a correre in giro, non è male, giusto?
Come avete già intuito, anche in questo esempio ci sono alcune analogie con il Demand Driven Operating Model (il modello operativo basato sulla domanda imperniato sulla metodologia DDMRP):
- Non sai quale sarà la vera domanda, la direzione del rimbalzo…
- Prima che avvenga il rimbalzo, l’unica cosa che puoi fare è prepararti a reagire, essere in buona forma e posizionato nel miglior modo possibile, senza andare troppo in anticipo in una determinata direzione.
- Non appena arriva il rimbalzo, i riflessi che hai sviluppato entreranno in azione, reagendo in modo automatico in un tempo di reazione molto breve.
Allo stesso modo, occorre addestrare il modello operativo della Supply Chain ad essere reattivo, agile e ben posizionato per rispondere alla variabilità, evitando che vada in una certa direzione troppo presto per poi scoprire che era la direzione sbagliata.
Quando la domanda reale arriva, si lascia che i meccanismi di reazione, i “riflessi” del vostro modello operativo, facciano il lavoro in modalità automatica o semi-automatica. Senza per questo dimenticare di imparare dagli errori e migliorare costantemente il proprio gioco.
Accettare che il rimbalzo sarà casuale non è sempre facile. Nel nostro ruolo di Supply Chain planner siamo stati addestrati ad anticipare, a vedere molto in avanti, a preparare scenari. Ci basiamo su un piano principale di produzione (MPS – Master Production Schedule) che copre diverse settimane, e che cerca di riflettere quello che sarà la domanda, allo stesso modo in cui si cerca di anticipare quale potrebbero essere le prossime mosse di un avversario in una partita di scacchi, possibilmente facendoci aiutare da potenti algoritmi.
Purtroppo i nostri partner di gioco non sono necessariamente prevedibili, e il terreno su cui giochiamo è accidentato!
Meglio quindi aspettarsi rimbalzi casuali e sviluppare agilità!